GOTHAM

“La città delle meraviglie. La città che non dorme mai. La città impero.
I suoi primi abitanti la chiamavano Mannahatta, l’isola delle colline. I coloni olandesi New Amsterdam, i conquistatori  inglesi New York.
Il più celebre dei suoi soprannomi è  la grande mela.
Viene dal gergo degli schiavi africani e allude alla fortuna, alla ricchezza e forse pure al peccato, tutti frutti proibiti che chi emigrava dalle campagne sperava di riuscire a cogliervi.
Washington Irving, il primo grande scrittore americano, venne a conoscenza di una cittadina inglese nota per l’eccentricità dei suoi abitanti: Gotham.
Pare che in Inghilterra la parola fosse entrata nei proverbi: quello è un po’ strambo, un po’ svitato, che cosa vuoi farci, viene da Gotham.
Irving pensò di aver scoperto un antenato della sua città, già allora piuttosto lunatica.
Il nome fu reso immortale da Bob Kane nel 1939 quando creò il personaggio di Batman e la città di Gotham City, infestata da pazzi criminali.
Come la patria di Batman, anche il posto che ho cercato di raccontare è una città molto simile a New York, ma che non è davvero New York. E’ fatta di isole, ponti, palazzi e di infinite pagine di carta e letteratura.
E’ popolata da otto milioni di abitanti e da quelli che nessuno si è mai messo a contare, la città degli scrittori, dei pazzi, degli eroi e delle storie.  
Questa città è un luogo fisico e della mente e per ricordarmelo, a volte, preferisco usare l’altro nome: Gotham.”

Da ‘New York è una finestra senza tende’, courtesy di Paolo Cognetti.